Botta & Risposta
Domanda:
Da dieci anni vivo in un condominio, munito di regolamento condominiale e relative tabelle millesimali, composto da sei appartamenti. Abbiamo sepre avuto un amministratore, ma da quello che ho capito sulla riforma del condominio non avremmo più l'obbligo di avvalerci di questo professionista. Come dovremmo quindi procedere se volessimo evitare questa spesa? Servirebbe una delibera assembleare? Quali maggioranze sarebbero necessarie?
Inoltre, volevo sapere anche, senza l'amministratore saremmo comunque tenuti a conservare il codice fiscale del condominio? Quali obblighi e adempimenti fiscali dovremmo poi rispettare conservandolo? Analogamente, quali sarebbero i pro e i contro, oltre nuovamente agli obblighi fiscali, nel caso in cui volessimo chiuderlo?
Utente: Cincin
Risposta:
Salve,
effettivamente, dopo la riforma, non è più obbligatorio avvalersi di un amministratore di condominio nel caso in cui ci siano meno di nove proprietari diversi. È possibile revocarlo, tramite una delibera assembleare con le maggioranze previste dalla legge secondo l'articolo 1136 del codice civile.
Il codice fiscale condominiale, invece, è un elemento necessario per l'individuazione dell'edificio. Tutti gli edifici condominiali, infatti, dovrebbero averlo, a prescindere dal numero di proprietari presenti in esso, ai fini dell'anagrafica tributaria come imposto dal dpr. 605/73, altrimenti si rischiano sanzioni.
Gli obblighi fiscali sorgeranno solo in caso in cui il condominio compirà degli atti che lo rapportino direttamente con il fisco (ad esempio nel caso in cui si svolgano dei lavori condominiali, oppure, anche più banalmente, nel caso in cui si affidino le pulizie degli spazi comuni ad un'impresa esterna, facendo diventare così il condominio un "datore di lavoro").
Cordiali saluti,
Amm. Fiasconaro Nicolas
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